mercoledì 14 settembre 2011

Il PUC del PD

Per il Partito Democratico, il PUC presentato dalla giunta Tedde è inemendabile e irricevibile, come emerge dalle sottolineature del segretario cittadino del partito Mario Salis e dalla presentazione tecnica di Massimo Canu durante la conferenza stampa del 10 settembre.


Se il giudizio negativo sul PUC di Tedde è così risoluto, il quadro degli emendamenti presentati consente di valutare quale, se e quanto diversa idea del PUC abbia in mente il PD.

Prima di procedere, devo dichiarare di non aver partecipato né aver dato alcun contributo diretto alla redazione degli emendamenti presentati dal PD.


Dimensionamento. Sul dimensionamento del piano, la proposta del PD è tranciante: dimezzare tutte le volumetrie residenziali nelle aree di nuova espansione nel PUC (cosiddette zone B2/C e C3/S). Ma vi è qualcosa di più e di più importante: oltre alla riduzione dei volumi, si propone anche di dimezzare le superfici delle aree. Quindi, non solo meno cubature, ma soprattutto meno altro consumo di suolo.
L'emendamento non si diletta a ridisegnare il piano per adeguarlo a queste prescrizioni, ma demanda ai progettisti e all’ufficio del piano di farlo, perché "con motivazioni tecniche di progetto giustifichino eventualmente anche la soppressione di progetti guida o comparti previsti nel piano" (l’enfasi è mia).

Nel ricettivo il modulo è analogo: riduzione del 50% delle volumetrie da destinare a strutture alberghiere, demandando ai progettisti l'adeguamento e l'eventuale soppressione delle aree e dei progetti guida attualmente previsti nel PUC.

Su Maria Pia, la proposta del PD è più articolata: la riduzione è sempre del 50% (da 1300 a 650 posti letto), ma vi è anche una riorganizzazione dell’intervento: le strutture alberghiere dovrebbero essere localizzate solo nelle aree già investite dallo sviluppo edilizio: intorno al centro congressi, nella stretta fascia lungo la Via Burruni e nella zona degli impianti sportivi più ad Est.

Servizi. Dal lato dei servizi, si propone per tutto il territorio comunale l'aumento di un terzo degli standard urbanistici (verde, parcheggi, servizi, ...) rispetto al PUC in discussione. Come ho spiegato in un precedente post, questo infatti sarebbe l'effetto dell'emendamento del PD che propone di ridurre il parametrio per il calcolo degli abitanti insediabili da 150 a 100mc per abitante.

Inoltre, si propone il ripristino di tutte le aree per servizi previste nel vigente PRG. Attenzione, questa è grossa: solo con questo emendamento molte delle aree che il PUC di Tedde destina alle nuove espansioni edilizie diventerebbero (cioè rimarrebbero) destinate a servizi. Tra queste, l'area Saica e l'area S. Giovanni che costeggia la via Castelsardo, tanto per menzionare solo due delle più calde.

Di rilievo è anche la proposta di avviare dei piani di recupero urbano, nei quartieri di Pietraia e S. Agostino. Gli emendamenti sul recupero urbano, costruiti con una certa cura tecnica ed attenzione agli strumenti normativi di riferimento, indicano in preambolo l'opzione di fondo del PD di orientare l'attenzione verso le riqualificazioni e le ristrutturazione urbanistiche della città esistente.

Edilizia sociale. Sul fronte dell'edilizia sociale, la differenza tra la proposta del PD e quella del PUC di Tedde è una questione di dosaggio. Entrambi si affidano al meccanismo della cessione gratuita al Comune delle aree da destinare all'edilizia sociale. La proposta del PD è di aumentare la quota da cedere al 50% (dagli attuali 25% delle aree B2/S e 40% delle aree C3/S).

Inoltre, viene introdotta nel regolamento edilizio la modalità di autocostruzione, che opportunamente regolamentata, potrebbe in alcuni casi essere una vie percorribile per affrontare il problema della casa.

Infine, degna di menzione è anche la proposta di prevedere l'obbligo di redazione ogni tre anni di un programma di attuazione, come strumento di verifica e di monitoraggio dell'attuazione del piano.


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Il quadro delle proposte del PD è condivisibile e va nella giusta direzione.

La riduzione delle espansioni edilizie è una responsabile presa d'atto delle condizioni e delle tendenze demografiche del Comune di Alghero. Siccome non è solo una questione di volumi, rallegra l'orientamento del PD di voler anche ridurre e limitare ulteriore consumo di suolo. Questo è un obiettivo importante per la tutela del paesaggio, dell'ambiente naturale e per non compromettere la produttività agricola dei suoli. È importante perché il paesaggio lo amiamo così, perché è quello di cui Alghero un po' deve campare, è perché è giusto nei confronti delle generazioni future.

Per questo, anche nel nuovo più mite schema del PD, non mi convince appieno la scelta di avviare comunque l'urbanizzazione ricettiva su Maria Pia. Non solo perché non pare essercene necessità, ma soprattutto perché Maria Pia potrebbe diventare un grande parco ambientale, un nuovo grande centro urbano verde, un luogo aperto per gli algheresi e anche per chi visita Alghero, per attrarre turisti anche fuori stagione, turisti che ci andrebbero perché potrebbe diventare un parco grande e straordinario, e perché ci andranno gli algheresi.
Uno sviluppo ricettivo potrebbe invece avviare processi di degrado ambientale, di recinzione, di privatizzazione degli spazi e di limitazione dell’accesso pubblico all’area. Astenersi dall’ulteriore sviluppo edilizio di Maria Pia sarebbe un atto di prudenza, lavorare perché diventi la più grande piazza ambientale urbana della Sardegna aperta a tutti sarebbe un atto di coraggio e un risarcimento morale nei confronti degli algheresi.

Oltre ad essere importante, limitare il consumo di suolo è un obiettivo perseguibile perché Alghero è fortunata a non aver bisogno di consumarne altro: il fabbisogno abitativo può essere ampiamente soddisfatto con politiche attive per la casa, con il riutilizzo e un miglior impiego dell'enorme patrimonio edilizio esistente, con le ristrutturazioni e riqualificazioni urbane con obiettivo prioritario dell'edilizia sociale. Per questo si deve salutare positivamente l'orientamento del PD di riconoscere quartieri e di sposare strategicamente l’idea della loro riqualificazione urbanistica. Questo potrebbe non essere solo un modo per affrontare il problema del diritto alla casa e della qualità urbana, ma anche per avviare un ciclo economico nuovo e diverso: un’economia edilizia migliore e più sana, che può a mio avviso dare più lavoro e dare lavoro migliore.

Le cronache della conferenza stampa non riportano se il PD intende ritirare gli emendamenti che aveva già a suo tempo presentato durante il dibattito sul PUC in Consiglio comunale. Sarebbe importante saperlo, perché ve n’erano alcuni qualificanti il cui ritiro renderebbe la proposta del PD meno incisiva e, se mi è consentito, meno progressista.

Tra quegli emendamenti vi erano alcuni (presentati assieme ad Alghero Viva) che suggerivano una via più coraggiosa per affrontare il tema dell'edilizia sociale. Infatti, come ho già argomentato altrove, la mera cessione al Comune di superfici per l'edilizia sociale non vuol dire avere l'edilizia sociale, anzi! Il Comune, specie nella complicata condizione finanziaria di oggi, difficilmente ha la possibilità di finanziare edilizia sociale anche se in possesso delle aree cedute. Questo lo dimostra il fatto che il Comune di Alghero possiede già diverse aree sulle quali potrebbe avviare progetti di edilizia sociale, e ci riesce solo occasionalmente con il decisivo, e purtroppo molto incerto e limitato, sostegno finanziario della Regione e di altre fonti di finanziamento non ordinarie.

Perché il risultato di avere l’edilizia sociale sia effettivo, come avviene in molte parti d’Europa e in alcune parti d’Italia, la via percorribile potrebbe essere quella di farsi cedere gratuitamente non le aree, ma una percentuale degli alloggi realizzati, da destinare a canone sociale agli aventi diritto. Solo così si darebbe attraverso il PUC la garanzia di avere l’edilizia sociale, peraltro a costo quasi zero per l’amministrazione. Farsi semplicemente cedere le aree, non garantisce questo risultato, anzi potrebbe allontanarlo. Esistono diversi meccanismi tecnici per ottenere questo risultato, ma è una via legittimamente percorribile da un'amministrazione comunale. Per questo, il PD non dovrebbe ritirare gli emendamenti in questione, perché oltre ad essere misure efficaci sono anche misure giuste, fondate sul principio che il valore delle trasformazioni urbane appartenga alla collettività, e che sia un bene comune. Per tutto il resto, per citare il segretario nazionale del PD: "non diteci che non si può fare ..."

Nella proposte del PD sulla riqualificazione dei quartieri manca un esplicito e più cogente riferimento alla partecipazione ed al coinvolgimento delle popolazioni e delle comunità dei quartieri. Sempre tra gli emendamenti presentati assieme ad Alghero Viva, ve ne era uno in cui si chiedeva l'attivazione dei processi di partecipazione pubblica “per identificare le modalità e le soluzioni progettuali per soddisfare le esigenze e i fabbisogni della popolazione in termini di standard urbanistici, servizi, spazi pubbliche e aree verdi, e per trarre indicazioni progettuali per la riqualificazione che tengano conto degli aspetti storici, culturali e identitari della comunità e delle popolazioni che vivono, lavorano o comunque frequentano il quartiere.” Questo era un altro buon emendamento che il PD non dovrebbe ritirare.

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Gli emendamenti del PD molto probabilmente non saranno approvati. La loro approvazione richiederebbe del tempo perché possano essere poi tecnicamente elaborati nel piano e richiederebbe la disponibilità della maggioranza ad un profondo cambiamento dell’attuale impianto del PUC. Entrambe cose, tempo e disponibilità al cambiamento, che la maggioranza di Tedde ha deciso di non avere.

Per alzare lo sguardo, ci sono in campo in questo momento grosso modo tre proposte, tre visioni del PUC, e della città.

Vi è il PUC di Tedde e del PdL, un PUC conservatore e di continuità, che pur con alcune belle parole sostanzialmente lavora a perpetuare le dinamiche, logiche e meccanismi che da almeno un paio di decenni sono in atto ad Alghero, con altro consumo di suolo, altre case costruite per speculazioni immobiliari e finanziarie; e per gli algheresi, specie quelli più deboli, poveri o emarginati solo briciole, quando avanzano.

Vi è poi il PUC dell’UDC+Cecconello et al., un PUC devastatore, un PUC che attacca “da destra” quello di Tedde, arrivando a proporre oltre 3 milioni di metri cubi. Un PUC e un’idea della città autenticamente agli antipodi di quella del PD.

Infine vi è il PUC del centrosinistra, per il quale gli orientamenti e le proposte contenute negli emendamenti del PD sono un contributo di rilievo.

Per esprimere un giudizio compiuto sulla sua idea del PUC, il PD dovrebbe chiarire quali degli emendamenti presentati in passato intende ritirare o confermare (compresi quelli presentati a titolo individuale dal consigliere Franco Calvia, alcuni dei quali per molti versi in contrasto con questi ultimi emendamenti del PD).

Ma comunque, le proposte del PD devono essere considerate un importante contributo che assieme ad altre buone proposte possono dar vita ad una piattaforma che rende fiduciosi che un PUC migliore e più giusto sia possibile. È di questo PUC che la città di Alghero ha bisogno, disperatamente.

Che cosa penso del PUC del PD? Ci ho messo qui 1.767 parole per dirlo. Se fossi sul Facebook, avrei con qualche piccola riserva premuto “Mi piace”.


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