lunedì 4 aprile 2011

"Ad Alghero un Puc pieno di contraddizioni"

Ospito l'intervento di Luciano Deriu, Segretario Legambiente Sardegna



Ad Alghero un Puc pieno di contraddizioni:
Per chi sono tutti quei metri cubi delle previsioni edificatorie?
di Luciano Deriu
Segretario Legambiente Sardegna

Il Piano urbanistico di Alghero non è un piano devastatore. È supportato da un buon quadro analitico. Preserva nel complesso le coste, l’area del Parco di Porto Conte e, in buona parte, la fascia olivetata periurbana. Introduce importanti quote di cessioni per utilizzi di pubblica utilità. Riduce gli indici edificabili nella città consolidata e nelle zone di espansione, ma li mantiene ancora molto alti, tra i più alti della Sardegna. Non è un piano devastatore, ma è un Piano minimalista che elude le soluzioni dei principali problemi. E presenta molte contraddizioni.

Non affronta la bolla speculativa dell’edilizia, problema assai sentito, che ha determinato l’emigrazione di mezzo migliaio di algheresi verso Olmedo, giovani coppie, importanti risorse per la città. L’edilizia sociale è demandata ad una programma di cessione dei terreni. Una soluzione debole, di prospettiva incerta. Si potevano individuare aree pubbliche dedicate, oppure ambiti diretti di edificazioni. O meglio ancora trasferire coraggiose esperienze di altri paesi con la cessione di quote di edificato da dedicare ad affitti calmierati sotto controllo pubblico. Il Piano di Stintino, senza andare lontano, dedica gratuitamente una buona quantità di aree alle giovani coppie di residenti.

Lampante è la contraddizione tra le previsioni demografiche fortemente sotto lo zero (da 44.000 a 38.000 abitanti in cinquant’anni) e le previsioni edificatorie di un milione e trecentomila metri cubi, 11.500 stanze. Per chi sono tutti quei metri cubi, in una città che ha oltre cinquecento appartamenti invenduti e oltre la metà degli alloggi abitati per un solo mese all’anno? La stratosferica previsione si basa su una presunta crescita dell’attrattività. Ma se si vuole essere attrattivi, non basta un piano minimalista. Occorrono scelte forti con indicazioni di sviluppo, di economie e di lavoro. Ed è ciò che manca in questo Piano. Quanto ai servizi, le aree dedicate sono numerose, ma ogni indicazione di dettaglio è rimandata, e un servizio può essere tante cose, un asilo o un centro commerciale.

Non mancano invece indicazioni precise per alberghi. Ma ancora ci si domanda: per chi sono quei 6.000 posti letto (il doppio di quelli attuali) da costruire? Tutti gli studi e gli stessi albergatori ci dicono che il turismo non si sviluppa con nuovi posti letto, ma creando le strutture per allungare la stagionalità. Quello che occorre al turismo algherese, oltre la riqualificazione dell’esistente, è la creazione di grandi attrattori turistici capaci di andare oltre il balneare. Il Parco di Porto Conte rimane un’incompiuta. Eppure, se dotato di adeguate infrastrutturazioni può essere un grande attrattore destagionalizzante. E contiene molte migliaia di metri cubi da recuperare.

Un grande attrattore può essere la città storica, se dotata di circuiti e di centri visita adeguati. Il circuito delle mura, forse la più importante architettura storico militare della Sardegna, attende ancora il recupero delle torri cinquecentesche. Un piano più coraggioso avrebbe dovuto investire in una “grande opera” di servizi e di riqualificazione del territorio, puntando soprattutto sul recupero e la messa in valore dell’esistente.

Senza queste scelte non si capisce quale sia il disegno strategico del Piano. Non si coglie una visione di prospettiva moderna, capace di dare una casa e un futuro ai propri figli.

Posta un commento