giovedì 31 marzo 2011

Il PUC ad improbabilità infinita

Ho ricevuto un’email sul mio post precedente su mano destra e mano sinistra. Mi si chiede perché escludo che si possano verificare scenari demografici alti (quelli che ho chiamato ottimistici).



In breve:


1. Io non lo escludo, non sono un demografo. È il PUC a dire che sono “altamente improbabili”, e che comunque sono in grado solo di “contrastare” - ma non di invertire! – “la tendenza, ormai consolidata, al depauperamento demografico”.


2. Il punto del mio post era però un altro: anche se dovessero verificarsi, comunque non si arriva a 50.000 abitanti. Anche questo non me lo invento io, ma lo dice il PUC.


Segue la versione per secchioni …

1. Non sono un demografo, e non so dire quale scenario sia più o meno probabile. Se però apro il PUC di Alghero, leggo alcune cose.

- Per lo “scenario centrale” (quello che prevede meno di 43.000 abitanti nel 2027 e meno di 34.000 abitanti nel 2057) leggo:
“I risultati del modello di previsione nell’ipotesi centrale sono i più coerenti e credibili rispetto agli elementi conoscitivi a disposizione e alle probabili tendenze future” (“Relazione sull’assetto demografico” del PUC, p. 39)
- Per lo “scenario alto” si legge:
“[...] con le stime dell’ipotesi “alta” si ottiene lo scenario futuro che presenta l’ammontare dipopolazione massimo prevedibile sulla base delle condizioni di partenza e percorsi evolutiviplausibili. Le stime dell’ISTAT secondo l’ipotesi alta di previsione partono dal presupposto che una vivace crescita economica offra l’opportunità di ravvivare gli investimenti anche nel campo sociale e sanitario; questo scenario prevede, inoltre, un più intenso movimento di popolazione” (“Relazione sull’assetto demografico” del PUC, p. 41)
 - Poi ci sono gli scenari che ho chiamato “stellari”, di recupero fecondità e forte immigrazione, e che PUC definisce “altamente improbabili”. Rileggiamo con attenzione verbatim che cosa dice il PUC che debba verificarsi perché si verifichino questi scenari:
“Formulare oggi valutazioni sul futuro comportamento riproduttivo di una popolazione, ancor più se a livello di dettaglio comunale, risulta quantomeno azzardato, almeno nel medio-lungo termine. Può essere ragionevole ipotizzare, però, che qualora ci si trovasse, a tutti i livelli di governo, in presenza di politiche serie e stabili di aiuto alle famiglie, che vadano dall’accesso alla “casa” alla rimozione o attenuazione delle principali difficoltà di carattere economico e logistico a carico delle donne, il comportamento riproduttivo potrebbe drasticamente mutare ed avvicinare, nel tempo, il livello che viene considerato il minimo per garantire il ‘rimpiazzo’ generazionale (2,1 figli per donna). Se questo si accompagnasse a significative politiche locali che facilitino l’attrazione di popolazioni immigrate e il mantenimento in loco delle giovani coppie si potrebbe delineare uno scenario previsivo, oggi altamente improbabile, ma in grado di contrastare la tendenza, ormai consolidata, al depauperamento demografico.” (“Relazione generale di Piano”, p. 32)
“A tutti i livelli di governo”, “politiche serie e stabili di aiuto alla famiglia”, “accesso alla casa”, “rimozione delle difficoltà a carico delle donne”, …: Vaste programme, en effet!


2. Ma comunque, quanti abitanti prevedono tutti questi scenari ottimistici?
Sta scritto tutto nel PUC: ecco la Tabella A1 della “Relazione sull’assetto demografico” (p. 58):

Quindi, anche se si verificasse lo scenario più ottimistico immaginabile, i conti non tornano: non si arriva mai a 50.000 abitanti, ma solo a:
43.997 abitanti nel 2027
42.850 abitanti nel 2057
I numeri sono numeri, e i fatti hanno testa dura.

Quindi, come far arrivare Alghero a 50.000 abitanti, per giustificare le espansioni di volumetrie e aree edificabili per residenza? Un’idea ce l’avrei: il motore ad improbabilità infinita!


3 commenti:

  1. Ma c'è un dato che serve a "tarare" un po' le previsioni (che sono un po' invecchiate perché partono dal 2007) ed è quello dei dati ISTAT residenti a novembre 2010: 40986; In tutte le previsioni dovrebbero essere, interpolando, sui 43 mila.
    Ci sarebbero poi analisi più raffinate sugli "effettivi" residenti, ma non sono troppo rilevanti.
    Intanto accontentiamoci del fatto che i dati reali sono inferiori a tutte le stime, anche quelle basse.

    RispondiElimina
  2. Marianna Architetto2 aprile 2011 alle ore 00:03

    Questo argomento sarebbe potuto diventare oggetto di una delle tante Lezioni Aperte organizzate dalla Facoltà di Architettura: ci avrebbe portato a riflettere su cosa significhi quando un territorio viene plasmato solamente in base agli interessi di pochi e non in base alle esigenze dell'intera comunità.
    Osservando il mio territorio mi rendo conto, che in passato si sono verificati gli stessi eventi... 20 anni fa sono state lotizzate delle aree a fortissima pendenza, a tal punto da rendere pericolosa la percorrenza in bicicletta, sia dei bambini che degli adulti..... c'erano e ci sono delle grandi distese pianeggianti su cui sarebbero potute sorgere delle comode zone residenziali.
    Gli amministratori hanno reso edificabili le aree di loro proprietà. Oggi quelle aree sono state ribatezzate come "aree a rischio idrogeologico".

    RispondiElimina
  3. Marianna,
    Grazie per gli apprezzamenti.
    Sul resto, fai quel che puoi, accade quel che deve.

    RispondiElimina